Capitolo 1

13/02/2020 TortugaEcon

Oltre il contributo all’affitto: in quali altri modi si può sostenere l’indipendenza dei giovani europei

In questo breve articolo andiamo a fondo di una delle piaghe per i giovani italiani, ossia trovare una sistemazione a prezzi ragionevoli. Proponiamo un sunto dei 5 principali obiettivi delle proposte oggi in campo.

Il problema della povertà abitativa, trattato nel primo capitolo del libro, è uno tra i fattori che oggi più seriamente limita le prospettive di crescita dei giovani italiani. L’impossibilità di affittare una casa significa anche l’impossibilità di spostarsi, di creare nuove relazioni, di accedere a opportunità di studio e lavoro. Data la portata della questione, per affrontarla è imprescindibile un impegno sostanziale da parte delle istituzioni pubbliche, come il rafforzamento dei contributi per l’affitto che abbiamo proposto nel libro. Tuttavia, vale la pena notare che altri attori si sono mobilitati negli ultimi anni, dando vita a iniziative che aiutano i giovani a trovare una sistemazione propria, economicamente sostenibile e strutturalmente adeguata. In questo approfondimento, citeremo alcuni esempi che arrivano da diversi paesi europei, e che si trovano raccolti nel report “Housing the EU Youth” prodotto da Housing Europe nel 2018. Più nello specifico, la varietà di tali proposte si può riassumere facendo riferimento ai loro principali obiettivi: 

 

  1. Offrire soluzioni accessibili agli studenti 

In generale, i progetti che si sono sviluppati a questo scopo sono nati dall’attività di aziende pubbliche che operano nel settore dell’edilizia popolare, di operatori del terzo settore, e in alcuni casi dalla cooperazione tra questi enti. A Ginevra, per esempio, è attiva la cooperativa Ciguë, che ospita studenti e giovani in formazione. La particolarità è che tutte le strutture adibite al progetto sono autogestite dagli inquilini, che partecipano alla vita della cooperativa tramite specifici organi decisionali. L’idea è che quando si occupa un posto all’interno di Ciguë si lascia una caparra: questa da diritto a una sorta di share che si detiene finché non si lascia la struttura. 

 

  1. Offrire soluzioni accessibili a giovani lavoratori 

Un meccanismo simile sta alla base della soluzione proposta di Riksbyggen, una compagnia svedese controllata da sindacati, associazioni no profit, e cooperative che operano nel settore edilizio. Dal 2017, Riksbyggen permette infatti a giovani fino ai 30 anni di costituire delle cooperative che gestiscano gli alloggi che occupano. Allo stesso tempo, i residenti contribuiscono alla loro costruzione tramite l’acquisto di uno share (al prezzo di 20-30 mila euro), e pagano mensilmente l’affitto. La sostenibilità del modello, peraltro, è garantita dal credito offerto dalle autorità svedesi per l’edilizia pubblica.  

 

  1. Creare mix e coesione sociale 

Oltre che una fascia della popolazione che ha particolare bisogno di attenzioni, i giovani rappresentano anche una risorsa importante per migliorare la vita di quartiere. Tenendo a mente queste due considerazioni, a Milano è nato il progetto Ospitalità Solidale, grazie alla collaborazione del Comune di Milano, delle cooperative Comunità Progetto e DAR Casa e dell’ARCI. L’iniziativa consente sostanzialmente a giovani di affittare appartamenti a prezzo agevolato in cambio di intervento volontario in favore del quartiere.  

 

  1. Facilitare la mobilità dei giovani 

Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai giovani che hanno bisogno di spostarsi per periodi di tempo indefiniti, magari per uno stage o un primo contratto di lavoro, ma che non riescono ad accedere al mercato dell’affitto. In Francia, ad esempio, alcuni enti che operano nel settore dell’abitare hanno messo a disposizione degli alloggi per chi si trova in questa condizione, garantendo che l’ ingresso — e l’uscita — sia facilitato da procedure amministrative semplificate, contratti particolarmente flessibili e prezzi calmierati. 

  

  1. Fornire formazione e assistenza nel mondo del lavoro 

Come spieghiamo nel nostro libro, la mancanza di un alloggio appropriato e di un lavoro sufficientemente remunerativo sono due cose che spesso vanno insieme. Per questo, molte delle cooperative che offrono abitazioni a prezzi calmierati ai giovani europei si concentrano anche sull’offrire gli strumenti per entrare e rimanere nel mondo del lavoro. L’impresa immobiliare londinese Peabody, per esempio, mette a disposizione degli inquilini più giovani opportunità di sviluppo personale e professionale. Per questo motivo promuove il contatto tra i giovani residenti e il mondo dell’università o del lavoro. Allo stesso tempo, offre corsi di formazione e perfezionamento nell’ambito del business, opportunità di impiego e borse di studi e mentoring per lo sviluppo di progetti personali.

 

Riferimenti

Pittini, A. (2018). Housing the EU Youth (Housing in the Post – 2020 EU). Brussels: Housing Europe Observatory.

Per scaricare l'Excel di analisi con i dati e un grafico riassuntivo, cliccare qui.

Povertà abitativa